Il Programma VIVA “La Sostenibilità nella Vitivinicoltura in Italia” prevede che la coerenza dei dati di input e la conformità del calcolo dei quattro indicatori di sostenibilità (ARIA, ACQUA, VIGNETO e TERRITORIO) al Disciplinare Tecnico siano certificate da un ente di verifica indipendente e accreditato - cosiddetto “di parte terza” perché, appunto, a compiere questa attività non è né l’azienda stessa, né un suo cliente, bensì un soggetto esterno. Fulcro dell’attività è l’audit, ossia l’insieme delle verifiche condotte con la metodologia del campionamento, privilegiando le informazioni riportate dalle aziende e gli elementi dello studio che danno il maggior contributo, anche potenziale, ai risultati dei singoli indicatori. Attraverso l’audit e l’analisi dei documenti prodotti (check list, report, fogli di calcolo) l’ente verifica, per ciascun indicatore, la conformità o l’anomalia (non conformità o osservazione) rispetto a quanto indicato nei relativi disciplinari e, in caso di riscontro positivo, rilascia un apposito Certificato di Verifica, attestante la conformità al Programma VIVA.
Premettiamo che l’azienda non è obbligata a effettuare la verifica di parte terza. Tuttavia, nel caso in cui la certificazione non venga effettuata, l’azienda non potrà comunicare al pubblico i risultati ottenuti né applicare l’etichetta al prodotto, ma sarà possibile comunicare la sola adesione al progetto.
L’importanza di questo aspetto del percorso di sostenibilità intrapreso dalle aziende vitivinicole è tale che a questo è stato dedicato un disciplinare specifico, il Disciplinare di Verifica. In esso sono contenuti i criteri, i requisiti e le modalità con cui gli enti sono chiamati a condurre le attività di verifica e certificazione degli indicatori.
Tra i principali requisiti ci sono l’imparzialità delle attività di validazione, la riservatezza delle informazioni acquisite durante l’esecuzione delle suddette attività e l’impegno ad impiegare personale qualificato e competente ed in quantità adeguata allo svolgimento delle stesse. Inoltre, proprio per assicurare agli auditor la giusta capacità di comprensione della metodologia e degli strumenti di calcolo VIVA, l’ente di verifica deve auto-dichiarare che il referente per il Programma VIVA abbia già frequentato – o lo stia per fare - il corso di formazione VIVA per operatori di sostenibilità. L’ente, inoltre, si impegna a monitorare costantemente le prestazioni del personale dedicato e a fornirne prova al Ministero della Transizione Ecologica in caso di richiesta.
Nello stesso Disciplinare viene descritto in dettaglio il processo di verifica, in generale e per ciascun indicatore VIVA. Qui ci limiteremo a sottolineare l’importanza e la necessità di svolgere la verifica direttamente presso l’azienda partecipante, in modo da avere a disposizione tutta la documentazione ma anche per “entrare fisicamente” nel mondo vitivinicolo e rendersi conto il più possibile dei suoi meccanismi. L’ente deve individuare al proprio interno un referente incaricato di mantenere i rapporti con il Ministero e l’azienda e comunicarlo prima dell’inizio dell’attività di verifica. Nel Disciplinare Tecnico, di Prodotto e di Organizzazione, è indicata, a seconda delle diverse informazioni e fonti dei dati, la tipologia di verifica da effettuare (documentale e scouting o “in campo”) e la documentazione che deve essere presentata a supporto delle attività di verifica per ciascun dato di input.
È bene sottolineare che le attività di verifica si riferiscono esclusivamente agli indicatori di sostenibilità regolamentati nel Disciplinare Tecnico. Non riguardano, ad es., i Piani di Miglioramento, che sono sottoposti a verifica da parte del Ministero della Transizione Ecologica.
Sulla base di una istruttoria effettuata dagli esperti del Ministero della Transizione Ecologica, basata sul Disciplinare di Verifica e volta a verificare il possesso dei requisiti, viene stilato periodicamente un elenco di enti idonei, al quale le aziende partecipanti possono attingere per la verifica dei risultati da loro ottenuti.
Non smetteremo mai di insistere sull’importanza di effettuare la verifica in maniera meticolosa e approfondita, per dare il massimo della solidità al percorso di sostenibilità in tutti i suoi passaggi. A questo scopo, chiediamo la collaborazione attiva di tutti i soggetti partecipanti a VIVA, di cui i verificatori sono elemento essenziale.
Sollecitati da alcuni soggetti coinvolti in VIVA, con l’intento di fornire ulteriori strumenti utili, abbiamo organizzato alcuni incontri rivolti ai verificatori, sviscerando problematiche e dubbi emersi nel corso delle loro attività in VIVA. Inoltre, da sempre coinvolgiamo attivamente gli enti di verifica nei corsi di formazione, riservando loro delle quote di partecipazione e stimolando la loro curiosità con l’analisi di numerosi casi studio di verifiche condotte nell’ambito del programma VIVA.
Stefania Grillo
Grillo.Stefania@mite.gov.it
MiTE