Luigi Franchi ha assaggiato il nostro vino Colli Maceratesi Ribona alla master class di Vinitaly condotta da Paolo Massobrio ed Andrea Scanzi. Poi, forse incuriosito dal vino, ha visitato il nostro sito e ci ha voluto dedicare un podcast.
Ha scelto queste parole, tra quelle che fanno parte del nostro racconto, per descrivere il nostro progetto e le nostre persone:
“La nostra uva rispetta la tradizione del nostro territorio e rappresenta il nostro punto di incontro con persone “diverse” da noi, provenienti da diversi paesi con culture, lingua, tradizioni, valori diversi. Costruiamo sulle nostre radici e ci apriamo al confronto con ciò che è differente da noi.”
Poi ha descritto ciò che rappresenta il vino per l’Italia ed ha collocato il nostro progetto vicino alla storia personale di Donatella Cinelli Colombini, quando, dopo gli anni bui del metanolo, inventò il movimento del turismo del vino e di Paolo Benvenuti, per il movimento delle città del vino.
Mi sono emozionata, per le parole che ha scelto e per come ci ha rappresentato.
Per questo vi voglio parlare di “Genius Loci”, il progetto che vede la nostra famiglia coinvolta in prima persona, nell’ambito di uno dei progetti vincitori del bando della regione Marche: dalla vigna alla tavola.
Prima di tutto il significato.
Gli antichi avevano un’idea sacra dei luoghi, una concezione che come tale investiva ogni aspetto del rapporto tra l’uomo e la terra.
Genius Loci era la divinità protettrice di un luogo e di quanti vi abitavano o erano soltanto di passaggio... e tutto questo tendeva a ciò che è sacro, intoccabile…. da difendere, perché difendendo ciò che per noi è sacro difendevano la propria anima .
Alberto Bevilacqua, nel suo libro : “GENIUS LOCI, il dio dei luoghi perduti”, così scrive: "Abbiamo già visto come il concetto di paesaggio - che qui useremo come sinonimo di luogo - non può avere un mero significato spaziale. Un paesaggio, un luogo, sono il coacervo di più elementi materiali ed immateriali: uno spazio fisico e geografico omogeneo (una valle, una montagna, un monumento o un insieme di monumenti di roccia, una cascata, un bosco, una spiaggia, una scogliera, un borgo, ecc); il suo contenuto ecologico (piante, animali, ecc); l'addensarsi in esso di una storia di natura e cultura scandita da segni impressi nei secoli dai fenomeni naturali e dagli eventi umani; un immaginario collettivo che di quel luogo si è prodotto; infine la percezione sensoriale dell'osservatore che in quello specifico momento lo guarda, lo visita, lo attraversa".
Alberto Bevilacqua non parla di vino nel suo libro, ma il vino è al centro di tutto.
Perché i vini che hanno un’anima, provengono da una storia, che non è mai solo la storia personale del produttore, ma è la storia di un territorio, delle sue tradizioni, della sua cultura.
Nel nostro progetto, il nostro Genius Loci lo abbiamo voluto raccontare in quindici serate evento, in cui presentiamo piatti della tradizione dei nostri ristoranti, scegliamo i vini che li accompagnino, chiediamo agli artisti, canto e recitazione, di preparare dei pezzi che rendano le nostre serate empatiche e coinvolgenti.
Poi ci sono le storie dei vignaioli.
Vengono quasi sempre a cena accompagnati dalle famiglie, a volte (siamo in vendemmia) con i panni del lavoro, nel corso della serata ci parlano di sé, delle proprie passioni, di cosa li ha spinti nel proprio percorso di conoscenza.
Sono momenti di incontro, a volte ristoratori e vignaioli si conoscono, cominciano a fare gruppo, ad essere territorio.
Il nostro valore è stato quello di aver voluto raccogliere la mano tesa dalla nostra regione - un bando, per promuovere il turismo dei nostri luoghi - ma quello che abbiamo ottenuto è stato molto di più, è il valore della relazione, delle storie di tutti noi, della vicinanza l’uno all’altro.
Per questo voglio ringraziare Bruno Daniele Emanuela Stefano Ilaria Pier Paolo che si sono messi in gioco, che hanno fatto sì che questo progetto divenisse una pietra su cui costruire un futuro per i nostri figli.
Luigi Franchi, così recita nel suo podcast, “ho assaggiato un vino bianco dei colli maceratesi, una zona non particolarmente significativa sul piano viticolo a livello nazionale, ma che ha colpito la mia immaginazione, oltre che per la sua bontà, per come è stata raccontato ” ed è proprio così… questo è il racconto di podere sabbioni, del suo territorio, delle persone che ne fanno parte, ovvero la storia di chi è troppo piccolo per esprimere una voce, ma ha un racconto da dare, ha mani nude per lottare ed un sogno da comunicare.
Per maggiori approfondimenti: Il vino come strumento di accoglienza di Luigi Franchi
Maria Grazia Sagretti
poderesabbioni@gmail.com
Legale rappresentante di Imac Società Agricola srl