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Viticoltura sostenibile in Italia ai tempi del COVID-19: LE AZIENDE RACCONTANO.

Pubblicata da Opera il 06/07/2020

Chi avrebbe mai pensato che, a causa di una pandemia, il tempo si fermasse come se improvvisamente qualcuno (un virus invisibile) avesse premuto il tasto “PAUSA-STANDBY” delle nostre vite? Molti di noi hanno vissuto con estrema difficoltà questi lunghi mesi di “reclusione forzata”: paura, incertezza per il futuro, timore di ammalarsi.

Superato lo shock iniziale molti hanno voltato lo sguardo in una direzione diversa, più positiva e possibilista, cercando di intravedere in questa terribile situazione il “bicchiere mezzo pieno”, reagendo dove possibile e inventando nuove opportunità.

Mentre il genere umano lottava per la sopravvivenza, la natura respirava a “pieni polmoni”; si prendeva spazi che prima erano inimmaginabili. Giravano nei nostri telefonini, grandi protagonisti del periodo COVID, immagini di volatili negli imbarcaderi di Venezia, meduse in laguna, animali che invadevano le strade deserte, come se la natura dicesse: adesso è il mio turno.

Regnava nelle città un silenzio che sembrava musica; finalmente i suoni della natura si sentivano prevalenti sul rumore di sempre: il via vai di automobili e mezzi pesanti, CO2 risparmiata! Se non fosse per la drammaticità delle immagini presentate dai diversi organi di informazione, il “lockdown” ha offerto all’umanità un’occasione unica e irripetibile: ascoltare l’armoniosa voce della natura e ritrovare l’equilibrio.

Da molti anni, se ci pensate bene, non si vedeva una stagionalità così marcata: finalmente la primavera è primavera e non un’estate avanzata; il clima sembra ritornato come una volta, il cielo è più azzurro anche in città, il verde degli alberi più intenso e brillante. È solo una suggestione?

In un primo periodo anche le nostre aziende vitivinicole hanno subito pesantemente gli effetti del distanziamento sociale…”si viveva una situazione surreale in bottega, completamente deserta e silenziosa, aveva perso la vivacità di sempre”, racconta Ornella Venica dell’Omonima azienda sita nel bellissimo Collio goriziano. Pur nell’ incertezza generale, l’attività in campagna ha continuato come sempre seppur in una cornice nuova; “la natura non aspetta: le potature invernali andavano fatte come sempre, la cura per la messa a dimora delle nuove barbatelle, la pulizia del sottofila”, racconta Venica.

Anche le attività in cantina non hanno subito arresti; il vino andava imbottigliato. Con i ritmi di sempre, con l’attenzione di sempre alla sostenibilità nel suo concetto più ampio del termine. La frenesia delle attività in azienda si contrapponeva all’immobilismo generale, nel quale l’umanità risultava inchiodata in una gabbia dorata: la propria casa. La natura, al contrario, sembrava più rigogliosa del solito, con i suoi ritmi armonici e il suo risveglio.

Di fatto, se tutto in campagna e in cantina rimaneva uguale a “prima del COVID”, è venuta a mancare completamente la commercializzazione del prezioso prodotto della terra e della cultura di un territorio: il vino. Nonostante l’indubbia difficoltà di intravedere un “immediato futuro” di ripresa alla normalità, le aziende non si sono perse d’animo e hanno gestito il rapporto con il mercato, utilizzando sempre di più il digitale. La Rete Vini Sostenibili, grazie ad un’idea nata assieme a Florian, dell’azienda VIVA Rechsteiner, ha lanciato sui social una campagna di comunicazione per parlare di vino e sostenibilità e, allo stesso tempo, nonostante i blocchi, fare arrivare sulla tavola di ognuno una buona bottiglia di “vino sostenibile”.

In questo periodo sono stati organizzati innumerevoli eventi di “degustazioni virtuali” che hanno intrattenuto e rallegrato le serate di molti di noi. Un modo diverso di “raccontarsi”, una strada da non dimenticare per risparmiare: emissioni, riduzione delle risorse e, non da ultimo molto, più tempo per tutti!

Dal Friuli Venezia Giulia, Alvaro Pecorari dell’azienda aderente a VIVA LisNeris, ha condotto una degustazione indimenticabile di pinot grigio (gris), con suggestivi racconti tra storia e terroir dell’Isontino; dalla Sicilia con le sue diverse realtà microclimatiche “di viticoltura eroica” l’azienda VIVA Firriato ha presentato i vini di Favignana e dell’Etna. Da nord a sud, molte aziende hanno coinvolto una grande platea di followers che comodamente seduti nel proprio salotto di casa hanno degustato prodotti diversi ma uniti da un unico macro-obiettivo: rendere le pratiche vitivinicole sempre più sostenibili.

Non possiamo dimenticare in questo COVID time, l’impegno di numerose aziende viticole della Cantina Sociale di Orsago, certificata VIVA, che con impegno e dedizione, hanno seguito i corsi di viticoltura sostenibile promossi dal progetto territoriale Proinos “coltivare la sostenibilità” www.proinos.it

La pausa COVID non ha portato solo effetti negativi, ci ha fatto riflettere su quanto importante sia “aver cura” del pianeta; il divieto degli spostamenti ad es. ha dimostrato che si può limitare l’uso dell’auto perchè molti rapporti sociali e commerciali possono essere condotti con mezzi alternativi. Certo, nulla può sostituire il calore degli incontri, le strette di mano, l’incrocio degli sguardi ma per ridare alla natura i suoi spazi ognuno di noi può e dovrebbe trovare accettabili compromessi.

Il percorso sostenibile è un viaggio ricco di sorprese, solo la fantasia, l’impegno e l’amore per il territorio dei nostri viticoltori possono trovare soluzioni nuove, a minor impatto, perché al di là di tutto quello che importa è salvaguardare il futuro del nostro pianeta e ritrovare l’armonia con la natura.

 

Maria Dei Svaldi - DESAM

Maria Dei Svaldi
m.deisvaldi@desam.it
Desam Ingegneria e ambiente srl.
Rete vini sostenibili

 

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