Degustare un territorio è possibile, lo confermano la Prof. Milena Lambri e la dr.ssa Arianna Roda (Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza) in un articolo pubblicato su L’Enologo a dicembre.
Di seguito un breve estratto.
L’apporre un’etichetta a valore della sostenibilità, come nel programma VIVA e nel Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI), riveste un’importanza ambientale e sociale, così come gli attributi legati alla tradizione (indicazione geografica) e all’areale agricolo di riferimento (origine) sono molto apprezzati dal consumatore. Sebbene molte esperienze sensoriali nella valutazione degli alimenti, in genere, e del vino, in particolare, siano da considerarsi universali (colori e sapori, ad esempio) le differenze culturali e, quindi, interpretative, possono non far riconoscere un aroma, magari comune in un determinato areale agricolo anche perché intrinseco alla cultura culinaria locale, a una persona di origini diverse, anche di poche centinaia di chilometri, abituata ad altri marcatori di cui è caratterizzata la sua esperienza sensoriale.
Redazione VIVA La sostenibilità
nella vitivinicoltura in Italia