È
in corso presso la Commissione europea il dibattito che apre alla profilazione
della riforma della Politica Agricola Comunitaria (PAC) post 2020.
Le
Linee di sviluppo per la definizione della nuova PAC includono aspetti di rilievo
in materia di sostenibilità: sebbene non vi siano riferimenti diretti alla
valutazione dell’impatto del singolo prodotto agroalimentare, uno dei maggiori
cambiamenti introdotti per il periodo dopo il 2020 è che la responsabilità di
raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile sarà condivisa fra la
Commissione Europea e gli Stati membri.
Attraverso
un processo di negoziazione, ogni Paese stabilirà con la Commissione il livello
di ambizione e il modo in cui questi obiettivi saranno raggiunti; le strategie
del singolo Paese saranno incluse nel Piano Strategico nazionale di riferimento
per la PAC.
Un
altro punto di svolta della nuova politica UE post 2020, è l’inclusione degli
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs – ne avevamo già
parlato qui http://www.viticolturasostenibile.org/News.aspx?news=414 ): le
politiche dovranno integrare e sviluppare meccanismi per contribuire al
raggiungimento degli SDGs. Nella PAC
questo si traduce, secondo quanto proposto dalla CE, in tre principali e
sostanziali cambiamenti:
- I
Paesi, a tutela dell’ambiente e del clima, avranno l’onere di presentare
report annuali in merito al raggiungimento di obiettivi in linea con gli
SDGs. Ciò vuol dire che i Paesi dovranno identificare e istituire un
sistema per monitorare alcuni indicatori, che potrebbero essere simili a
quelli già ora in uso per la valutazione di sostenibilità. Si tratterà a
titolo esemplificativo di report relativi alla biodiversità, uso delle
risorse, e qualità del suolo. I Paesi potranno utilizzare schemi per la
valutazione della sostenibilità, per dimostrare i loro progressi nel
raggiungimento degli obiettivi. Questo rappresenta per gli stakeholders un’importante spinta
verso lo sviluppo e l’implementazione di programmi di sostenibilità;
- Su
base volontaria, ogni Paese potrà sviluppare eco-programmi per supportare
e/o incentivare – con i Piani di Sviluppo Rurale- gli agricoltori che
implementano pratiche agricole a tutela di clima e ambiente. Così, un
“brand sostenibile” potrebbe, qualora fosse conforme a quanto prescritto
nei requisiti dell’eco-programma, ricevere sussidi extra;
·
Almeno
il 30% dei fondi destinati allo sviluppo rurale dovranno essere spesi per la
definizione di misure a tutela di ambiente e clima (ad inclusione degli
eco-programmi) e inoltre si prevede che il 40% del budget totale della PAC
contribuirà al raggiungimento di obiettivi relativi ad azioni ambientali e
climatiche.
Ognuno degli elementi sopracitati contribuirà a promuovere
la sostenibilità in agricoltura, a facilitarla e a premiare chi, come le
aziende aderenti a VIVA, sceglie di partecipare a programmi che implementano
pratiche sostenibili nella produzione agroalimentare.
dr. Alexandru Marchis
alexandruvasile.marchis@unicatt.it
Università Cattolica del Sacro Cuore
Brussels Office
dott.ssa Gloria Luzzani
gloria.luzzani@unicatt.it
Università Cattolica del Sacro Cuore